Il nuovo santuario
Il santuario
La facciata
Un’ampia scalinata di pietra grigia porta a una terrazza panoramica sulla quale si erge il nuovo Santuario.
Sulla fascia inferiore della facciata si ammira l’artistico fregio dello scultore Augusto Murer di Falcade che ha qui sviluppato il tema del cammino dell'umanità verso la Madonna delle Grazie. L’immagine della Vergine con il Bambino occupa il centro dell’altorilievo.
Al centro della facciata si nota il rosone in pietra del diametro di 250 cm. che raffigura la Madonna delle Grazie venerata nel Santuario. È opera realizzata nell'anno giubilare 2000 dallo scultore Franco Fiabane di Belluno, lo stesso che scolpì nel 1972 il fregio sottostante, seguendo i modelli in gesso del Murer.
Sulla fascia inferiore della facciata si ammira l’artistico fregio dello scultore Augusto Murer di Falcade che ha qui sviluppato il tema del cammino dell'umanità verso la Madonna delle Grazie. L’immagine della Vergine con il Bambino occupa il centro dell’altorilievo.
Al centro della facciata si nota il rosone in pietra del diametro di 250 cm. che raffigura la Madonna delle Grazie venerata nel Santuario. È opera realizzata nell'anno giubilare 2000 dallo scultore Franco Fiabane di Belluno, lo stesso che scolpì nel 1972 il fregio sottostante, seguendo i modelli in gesso del Murer.
L’interno
La mistica penombra è ravvivata dalla luce che filtra attraverso diciassette vetrate a colori.
Sotto l’alta abside biancheggia il blocco marmoreo dell’altare maggiore rivestito dal paliotto in rame del prof. A. Benetton di Treviso, che rappresenta i cinque misteri dolorosi del Rosario.
Sullo sfondo, sotto le vetrate, incorniciata nel marmo, la venerata immagine della Madonna delle Grazie, pregevole opera del sec. XIX del pittore Domenico De Biasio di Rocca Pietore.
Ai lati, 12 angioletti in ferro battuto del Benetton, fanno da accompagnamento all’immagine di Maria.
Le vetrate dell’abside
Il catino dell’abside è illuminato da sette vetrate policrome che rappresentano i Sette Gaudi della Madonna e sono dedicate ai fedeli delle sette valli vicine nelle quali è particolarmente diffusa la devozione al Santuario.
Nel presbiterio altre due vetrate. Dal lato del Vangelo, Santa Barbara, Patrona dei Minatori e, al lato opposto, la vetrata di S. Giuseppe, patrono degli operai.
Scendendo dall’ampio presbiterio dal lato dell’ambone troviamo la prima vetrata rappresentante S. Giorgio, vincitore del dragone infernale.
Segue la Cappella del Crocifisso. Al centro, fra due confessionali, domina il grande Crocifisso in legno. La vetrata che la sovrasta riproduce nella parte superiore la visione di S. Francesco che ottiene, per intercessione della Madonna, il privilegio dell'indulgenza del Perdono di Assisi. L’ultima vetrata, lungo questa parete, sopra la nicchia con la statua di S. Giuseppe, raffigura il Paradiso e il Purgatorio.
Sotto la grande cantoria, capace di contenere 200 persone, due interessanti vetrate ai lati del portale rappresentano in sintesi gli elementi del Cantico delle Creature di Francesco.
Nel presbiterio altre due vetrate. Dal lato del Vangelo, Santa Barbara, Patrona dei Minatori e, al lato opposto, la vetrata di S. Giuseppe, patrono degli operai.
Scendendo dall’ampio presbiterio dal lato dell’ambone troviamo la prima vetrata rappresentante S. Giorgio, vincitore del dragone infernale.
Segue la Cappella del Crocifisso. Al centro, fra due confessionali, domina il grande Crocifisso in legno. La vetrata che la sovrasta riproduce nella parte superiore la visione di S. Francesco che ottiene, per intercessione della Madonna, il privilegio dell'indulgenza del Perdono di Assisi. L’ultima vetrata, lungo questa parete, sopra la nicchia con la statua di S. Giuseppe, raffigura il Paradiso e il Purgatorio.
Sotto la grande cantoria, capace di contenere 200 persone, due interessanti vetrate ai lati del portale rappresentano in sintesi gli elementi del Cantico delle Creature di Francesco.
Altri elementi
Risalendo la chiesa, lungo la parete destra si incontra la nicchia con la statua di S. Antonio e, sopra, la vetrata con l’immagine del Buon Pastore, dedicata agli emigranti delle Dolomiti.
Quindi troviamo la cappella per la custodia e l’adorazione dell’Eucaristia.
Il tabernacolo di marmo e posto sopra una colonna: la porticina riproduce in sbalzo un simbolo eucaristico. Dietro il tabernacolo si staglia una elegante raggiera.
Si nota qui una vetrata raffigurante S. Antonio morente a cui appare la Madonna.
La vetrata successiva rappresenta Gesù Sacerdote. A destra, un grande mosaico che riproduce l’icona della Trinità di Rublev.
Quindi troviamo la cappella per la custodia e l’adorazione dell’Eucaristia.
Il tabernacolo di marmo e posto sopra una colonna: la porticina riproduce in sbalzo un simbolo eucaristico. Dietro il tabernacolo si staglia una elegante raggiera.
Si nota qui una vetrata raffigurante S. Antonio morente a cui appare la Madonna.
La vetrata successiva rappresenta Gesù Sacerdote. A destra, un grande mosaico che riproduce l’icona della Trinità di Rublev.
L'organo
Nella cantoria e stato posto l’organo che arricchisce e completa il Santuario. È stato inaugurato il 15 luglio 1975.
È a trasmissione elettrica, dotato di due tastiere e 21 registri e con 1500 canne.
Architettonicamente è ben intonato all’insieme della chiesa che possiede un'ottima acustica.
È a trasmissione elettrica, dotato di due tastiere e 21 registri e con 1500 canne.
Architettonicamente è ben intonato all’insieme della chiesa che possiede un'ottima acustica.
Il battistero
Subito a sinistra di chi entra c’è un artistico battistero, di squisita semplicità ed eleganza. Il fonte rotondo di pietra con coperchio in rame sbalzato poggia su un pilastrino di marmo di Carrara. Sullo sfondo sono appesi tre pannelli in legno di frassino, opera suggestiva del Murer.
Essi rappresentano al centro il battesimo di Gesù, a destra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme e a sinistra il diluvio.
Essi rappresentano al centro il battesimo di Gesù, a destra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme e a sinistra il diluvio.
La cripta
Dal piazzale si accede direttamente al piano inferiore del Santuario. Sui due fianchi i pilastri, terminanti in archi acuti che sorreggono i terrazzi, danno luce ad un ampio ambulacro che immette nella cripta usata nel periodo invernale per le celebrazioni liturgiche.
Chi desidera sapere di più, veda il libro “Santa Maria delle Grazie” edito nel 1989, pag. 126 e l’opuscolo “S. Maria delle Grazie” edito in occasione del Giubileo del 2000 di 32 pagine.
Sono disponibili nel Santuario.
Sono disponibili nel Santuario.